Il difensore del Ferentino: “Mi fido della mia squadra, sono sereno. Con l’atteggiamento giusto ci salveremo”
Entrambe in zona Playout e distanti soltanto tre punti l’una dall’altra, Ferentino e Itri si sfideranno nella 21esima giornata del Girone B del campionato di Eccellenza Distretti Ecologici in una partita crocevia per la corsa salvezza. Ai microfoni di MYSP il difensore del Ferentino Alessandro Gori.
Ciao Alessandro, ti chiedo innanzitutto un bilancio sull’ultima partita con il Sora. Com’è stato affrontare una squadra che vince da così tante partite?
La classifica parla chiaro. Sono una squadra forte, matura, consapevole, con giocatori importanti. Non mi hanno impressionato, sono stati bravi a sfruttare i nostri errori. Andando a vedere la partita, per 20-30 minuti abbiamo anche rischiato di fare gol.
Cosa hai provato nel giocare contro la tua ex squadra?
Non dico che è stata un’emozione perché con loro mi sono lasciato un po’ male, però giocare lì con i loro tifosi è una cosa che fa piacere. Sia in casa sia in trasferta, è una cornice di pubblico bellissima. È stata una bella domenica.
Il vostro percorso vi ha portato finora al primo posto della zona Playout. Domenica c’è l’Itri, a soli tre punti.
Ad agosto siamo partiti con l’obiettivo non di vincere, ma di stare nelle zone alte della classifica. Abbiamo costruito una squadra importante, poi, come accade, le annate vanno storte. A oggi ci ritroviamo a doverci giocare l’uscita dalla zona Playout, ma siamo una squadra forte e giovane, sono convinto che ci salveremo. La partita con l’Itri vale sei punti, dovremo dare tutto. Loro giocano un buon calcio, corrono, coprono bene le zone del campo. In questo campionato non c’è una squadra facile da battere, ognuna ha i suoi punti di forza.
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Cosa ha portato a non rispettare le aspettative di inizio stagione? Cosa non ha funzionato?
L’anno scorso gli episodi hanno giocato a nostro favore, quest’anno girano male. Su questo non ci puoi lavorare, è questione di fortuna o sfortuna. Si può lavorare invece sull’intensità e sulla mentalità, sicuramente dobbiamo cambiare atteggiamento. Non si può fare solamente tiki-taka, ma in alcune situazioni bisogna mandare via la palla, e se non si può giocare, non si deve giocare. Dobbiamo calarci nella parte della battaglia, anche se il gruppo è giovane. Noi più esperti dobbiamo far capire che un conto è giocare per vincere, un altro è farlo per salvarsi: c’è un mondo di mezzo. Già da gennaio ci siamo mossi in questo senso.
Senti che a livello di testa ci sono stati dei cambiamenti?
Qualcosa è cambiato. Noto che molti dei miei compagni fanno una corsa in più di prima, aiutano di più il compagno, vincono di più i contrasti. Ora bisogna lavorare, fare gol, non prenderli e fare punti. Il tempo ci dirà se siamo da salvezza o da Playout e poi da salvezza. Mi fido della mia squadra, so che i miei compagni sono forti, quindi sono sereno. Con l’atteggiamento giusto ci salveremo.
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