Il tecnico dell’Ostiamare Under 16: “Dobbiamo migliorare il girone di andata. Se ci riusciamo, possiamo arrivare in testa”
Un cammino da incorniciare, un girone di ritorno da sogno e un campionato tutto aperto: così può riassumersi la stagione 2023/2024 finora per l’Ostiamare Under 16, seconda forza del Girone B del campionato Allievi Élite. Merito anche di mister Daniele Pica, homo novus della massima categoria regionale, ma anche di un gruppo unito, dallo staff ai giocatori, e di un’appartenenza territoriale unica nel suo genere, come racconta proprio il tecnico ai microfoni MYSP.
Salve mister. Siete a quattro vittorie consecutive e secondi a -4 dal Trastevere. Un cammino importante, ma quanto c’è in termini di programmazione?
“Siamo partiti con un obiettivo, condiviso con società e ragazzi: accedere alle Fasi Finali. Questo è il primo anno di Élite per me e nell’accettare l’obiettivo mi facevo molte domande. Ero concentrato nel cercare di mettere realmente a paragone la squadra con ciò che è intorno a noi. Dopo un primo periodo in cui abbiamo cercato di vedere il nostro livello, a fine girone di andata ci siamo guardati in faccia e abbiamo analizzato il nostro percorso passato e futuro. A questo punto non nascondo che non vogliamo accontentarci di un posto nei Playoff ma cercare di arrivare più in alto possibile. Nel girone di andata il Trastevere le ha vinte tutte, pareggiando solo con noi, ma con i ragazzi abbiamo immaginato e sperato un ritorno per loro non all’altezza di questo cammino. Così è andata. Dall’altra parte ci siamo detti di migliorare il nostro girone di andata cercando di fare più di 30 punti. Se ci riusciamo, abbiamo buone chances di arrivare in testa”.
In cosa l’Élite si differenzia dalle altre categorie?
“Vengo dal San Paolo Ostiense, dove c’è una professionalità e un’attenzione da palcoscenici importanti. È una società con una sola Élite, ma sta rischiando di andare ai Playoff con i 2008 e ha buone posizioni con le Regionali. È una realtà affermata e sono contento di esserci passato. Qui però si alza l’asticella e a livello personale mi sento più responsabilizzato. Nelle Regionali non trovi un livello tecnico del genere e questo mi ha permesso di aumentare la richiesta nei confronti dei ragazzi. Poi c’è un altro aspetto, che a me non piace ma fa parte della categoria: abbiamo davanti ragazzi molto agguerriti, disposti a usare qualsiasi arma che hanno a disposizione per fare punti contro di noi. La classifica in questi campionati ha un’importanza diversa rispetto agli altri, seppure io per primo cerchi di concentrarmi più sul lavoro e sulla crescita dei ragazzi. Impatta su tutto ciò che facciamo”.
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Come nasce il rapporto con l’Ostiamare?
“Abbiamo avuto in tribuna il Direttore D’Astolfo in una delle nostre partite al San Paolo. Rimase colpito da come la mia squadra si comportò quel giorno. Fortuna o meno, è andata così. Da lì un primo approccio e, dopo esserci sentiti un paio di volte, ci siamo visti e mi ha paventato la possibilità di andare a Ostia. Io l’ho vista come un’enorme opportunità e ho accettato. Sono molto umile con me stesso e quando ricevo manifestazioni di interesse sono molto stimolato nel voler ricambiare la fiducia. Sto cercando di far vedere da subito che hanno scelto la persona giusta. Per me Ostia è lontana, ma la passione mangia tutto, ti fa sentire vivo. L’Ostiamare è una società che ho sempre guardato con ammirazione e farne parte è motivo d’orgoglio. Noto che si sta apprezzando il lavoro che lo staff ed io stiamo facendo, sono contento di come stia andando avanti questa avventura”.
Dietro a grandi risultati c’è sempre un gruppo di livello. È così anche per il suo?
“È un gruppo che per una grossa percentuale gioca insieme dall’inizio dell’Agonistica. C’è un forte amalgama. Poi allenare e giocare ad Ostia significa rappresentare praticamente un paese, pur essendo un quartiere. Proprio per questo, i ragazzi del territorio hanno un rapporto più saldo. In generale, uno dei primi punti di forza che ho notato quando ho preso il gruppo è proprio questa unione che c’è. Si respira un buon clima nello spogliatoio, non ho mai dovuto gestire problemi interni. I ragazzi si sentono parte di un collettivo e questa forza ci viene riconosciuta a fine partita da quasi tutte le squadre che incontriamo. Io dico che ogni giocatore è uno di 19. Chiaramente non vado a regalare nulla, ma se se lo meritano cerco di tenere tutti coinvolti, così da mantenere l’unione e far remare ognuno nella stessa direzione. Ad oggi è così, sia per quanto riguarda i giocatori, sia per lo staff. I risultati sono buoni fin qui anche perché c’è questo legame”.
Nello scorso turno avete superato per 4-0 l’Atletico Morena. Ora Accademia Calcio Roma e poi Trastevere, rispettivamente prima e quarta forza del campionato.
“Con il Morena dal risultato sembra sia stata una partita semplice, ma non è così: l’avversario aveva una disposizione tattica che ci ha un po’ sorpreso e messo in difficoltà. Ci siamo dovuti adattare al loro modo di stare in campo. Unendo questo alle condizioni meteo avverse, è stato difficile giocare come sappiamo. Alla lunga però siamo usciti fuori e abbiamo fatto un’ottima prestazione. Sono contento di come ci siamo avvicinati nell’ultimo mese a queste due partite, che non sono decisive ma certamente importanti. Sabato giocheremo contro una squadra che ha fatto 10 vittorie di fila, solo questo basta per capire che dobbiamo tirare fuori il meglio che abbiamo dentro, trovare motivazioni extra. Quanto al Trastevere, nelle prossime ci giocheremo molto della posizione che poi andremo a occupare a fine stagione, quindi, a seconda del bottino che otterremo, capiremo se siamo realmente in lotta per il primo posto o se invece dobbiamo cercare altri stimoli per provare a raggiungere i Playoff in buona posizione. Sulla partita in sé contro di loro…non ci penso. Lo faccio solo nel combinato disposto delle due gare consecutive: la testa è solo all’Accademia”.