Il preparatore dei portieri e l’allenatore in seconda del Ferentino sulla stagione di Eccellenza Lazio: “Pronti a continuare ad impegnarsi”
Il Ferentino dopo un avvio di stagione a dir poco complicato ha rimesso la sua stagione sui binari giusti, visti gli ultimi risultati raccolti. Gli amaranto sognano la possibilità di salvare la categoria grazie alle ultime prestazione figlie anche del lavoro giornaliero, in vista delle gare del fine settimana. Ai microfoni della società della provincia di Frosinone sono intervenuti Angelo Petruzzellis, allenatore dei portieri, e Marco Lanni, collaboratore tecnico e allenatore in seconda.
Di seguito le interviste.
Angelo Petruzzellis:
“Indubbiamente è una stagione che è stata difficile per una serie di più cause, però è una stagione che stiamo raddrizzando con tanta volontà, con tanta pazienza, con tanto impegno, perché nessuno di noi nella squadra, dello staff, ha mai mollato. Noi crediamo fermamente nella salvezza; la squadra indubbiamente è stata rinforzata in tutti i reparti e quindi ne ha risentito in modo positivo. La vittoria in campo è un’iniezione di fiducia, con aumento di consapevolezza delle proprie possibilità e quindi si va in campo con un atteggiamento mentale più positivo. Mister Di Rocco è una persona assolutamente empatica ed è una dote che bisogna riconoscere: un Mister molto preparato, attento, diligente, che non lascia mai nulla al caso: mi ha colpito sin da subito il suo modo di lavorare e ognuno di noi si sente parte del progetto che lui porta avanti.
Anche per quanto riguarda i portieri, non posso che essere estremamente soddisfatto, anzi ritengo di avere in questa stagione, dopo quattro anni che alleno, il piacere di allenare i portieri più forti che io abbia mai incontrato nella mia carriera. Alleno portieri professionali e veramente volenterosi, attenti, che ci mettono tutto il loro impegno, che vengono all’allenamento con entusiasmo e che vanno via contenti per quello che si fa. E poi i risultati si vedono in campo, perché la squadra ne beneficia. Ringrazio anche Mister Battistelli con cui ho avuto il piacere di collaborare e che ha indubbiamente creato i presupposti per arrivare dove siamo oggi.
Riguardo la Società, è il primo anno che io alleno in questo club e la mia impressione, fin dal primo minuto in cui sono entrato in contatto con i dirigenti, con il direttore sportivo Daniele Lisi, in modo particolare con i Presidenti Antonio Ciuffarella e Vittorio Ficchi, ho avuto l’ottima impressione di avere a che fare con persone che amano il calcio, che non perseguono altri obiettivi, se non quello di fare sport in modo sano, in modo onesto, in modo corretto e di fare il bene del Ferentino. In tutto questo ho trovato un clima di assoluta buona educazione, che non è scontato in nessun contesto, perché girando tanti campi della zona, tanti club, la buona educazione qui non è solo un valore aggiunto, è il dna di questa società. Inoltre, aggiungo, che abbiamo uno dei pubblici e uno dei tifi più corretti della categoria.Non ho mai sentito in tribuna insultare un avversario: il pubblico è corretto, così come tutto l’ambiente, un vero e proprio microcosmo ideale per fare sport”.
C’è una squadra in particolare che avete temuto maggiormente o che vi ha colpito di più? “Indubbiamente le squadre di vertice mi hanno impressionato molto, quindi l’Unipomezia, il Terracina e il Certosa. Alla prima, allenata da Mister Casciotti, che ho avuto modo di conoscere a Valmontone, auguro di vincere il campionato; il Mister mi aveva impressionato già da giocatore per la sua professionalità e correttezza: un vero atleta, attento in campo e fuori devo dire che questo l’ha riversato anche poi sulla sua squadra, come allenatore.
Invece, rispetto a tutte le altre squadre, non c’è questo gap così evidente e sostanzioso. Poi comunque le partite si vincono e si perdono con un gol di scarto, sono combattute. Nonostante la classifica, a parte il Terracina che ci ha battuto in modo pesante in casa, non c’è stata nessuna squadra che ci ha completamente dominato e rispetto alla quale abbiamo avuto la sensazione di essere inferiori. Questo è uno dei motivi per cui io sono fiducioso e comunque sono convinto che ce la giocheremo fino al 90° del 5 maggio e lotteremo anche qualora dovessimo andare ai playout.
Ringrazio il club per la fiducia che mi ha dato, per avermi coinvolto a far parte dello staff della prima squadra e come allenatore dei portieri; per questo mi sento veramente di ringraziare la Società, che ci è sempre stata accanto”.
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Marco Lanni:
“Ci tengo tantissimo a ringraziare mister Battistelli con il quale ho lavorato da calciatore negli ultimi tre anni e che mi ha dato questa possibilità di entrare ad allenare come collaboratore. Ringrazio anche tutti gli altri membri dello staff che poi sono andati via, con i quali si sono instaurate ottime relazioni e che sicuramente per quei punti che abbiamo fatto saranno utili e determinanti per raggiungere gli obiettivi; un pezzo della stagione è anche merito loro; quindi, ci tengo in particolare a ringraziare anche Ilario Palone, Giancarlo Pera e Matteo Patella. Siamo partiti con una difficoltà relativa alle squadre avversarie che hanno dimostrato un’ottima caratura nella prima fase della stagione; questo ci ha impedito di stare tranquilli, subendo anche un susseguirsi di episodi sfortunati. Senz’altro il lavoro di mister Battistelli è stato molto valido, ma il calcio è fatto di tante variabili e non sai mai qual è il modello giusto.
Sono molto legato anche a quel periodo perché non è stato facile andare al campo e allenare con il sorriso, abbiamo tuttavia cercato di mettercela tutta. Ringrazio ovviamente anche il Direttore sportivo Daniele Lisi che ha fatto da collante tra la vecchia e la nuova gestione; per me è un punto di riferimento. Devo dire che con la forza della disperazione contro il Formia, siamo riusciti a vincere una partita che ci avrebbe visto in una situazione molto compromessa se non l’avessimo vinta; il gol di Begliuti nel finale ci ha fatto capire il nostro valore e da quel momento in poi abbiamo poi accumulato una serie di risultati utili, con la forza della disperazione che adesso è diventata una consapevolezza. Sto facendo esperienza e cerco di aiutare i ragazzi sotto ogni profilo, vedo che molto spesso anche i più giovani vengono a parlare con me magari per confidarsi, per avere un consiglio, un aiuto, un sostegno e questo mi rende comunque felice; mettere nel loro bagaglio di esperienze anche il mio vissuto da calciatore mi dà molta soddisfazione.
Mister Di Rocco mi coinvolge anche in veste di jolly, perché faccio ancora l’esercitazione con i ragazzi, gestisco il riscaldamento pre-gara e in queste occasioni ho cercato di introdurre degli esercizi che ai ragazzi facilitano la presa di consapevolezza della gara, riducendo lo stress, favorendo la respirazione per evitare emozioni negative, per non avere frenesia, per esprimersi in forma libera. Personalmente con Mister Di Rocco mi trovo molto bene, ci confrontiamo, parliamo apertamente, abbiamo un buon legame perché è una persona molto serena, molto garbata e anche nella gestione del rapporto con l’arbitro durante la gara è molto tranquillo. Le impressioni nei confronti della Società sono molto positive; si sono instaurati dei legami molto autentici, oltre che con Lisi anche con tutti i dirigenti.
Cerco di mettermi in ascolto quando vado al campo e vedo che tante persone mi portano le loro esperienze anche della vita quotidiana; che siano giocatori, membri dello staff, dirigenti, mi piace ascoltare un po’ tutti, ho un confronto aperto, cerco di fare da collante tra i giocatori e i dirigenti stessi. Per quanto riguarda la squadra, in particolare, ci sono tantissimi ragazzi, forse quasi tutti, con i quali ho giocato o insieme o contro, in particolare mi ha fatto piacere vedere Antonio Rozzi, un ragazzo al quale auguro ogni bene, che ha giocato con me in primavera nella Lazio, Io mi soffermo soprattutto sui più giovani, che secondo me rappresentano un po’ il futuro; i ragazzi più grandi magari sanno già soli come muoversi in questo mondo; quello che suggerisco ai più giovani è di trovare un equilibrio tra la vita privata e lo sport”.
Parliamo del campionato: c’è una squadra in particolare che ti ha impressionato maggiormente?
“E’ un campionato di Eccellenza, che ha quindi un livello alto, in cui si trovano calciatori che hanno giocato in Serie A o in Serie B, soprattutto come nel caso del Terracina. Fortunatamente i veri campioni sono in categorie superiori e quindi ogni squadra è affrontabile, abbiamo avuto la fortuna e la bravura di pareggiare con il Pomezia che è la prima in classifica, quindi buone impressioni senz’altro, senza nessun timore, nessuna forma di incapacità di affrontare gli avversari, perché con la giusta organizzazione, il giusto impegno, la prestanza fisica, la concentrazione, si può affrontare ogni squadra. Abbiamo incontrato domenica scorsa il Vicovaro che sta a metà classifica, una squadra che gioca molto bene, in forma abbastanza collaudata, poi si possono trovare squadre che stanno al vertice, che hanno grandi giocatori, ma minor organizzazione.
Il calcio per me ha sempre rappresentato un elemento vitale che ha determinato ogni mia scelta, nonostante abbia studiato economia; ho una passione smisurata per questo sport e questo mi fa mettere in campo tanta passione. Ho iniziato a giocare nel 98 all’età di 6 anni e fino allo scorso anno giocavo ancora: non riuscirei mai a staccarmi dal campo di calcio, in ogni forma di aiuto, ho svolto anche l’attività di base in un’altra società lo scorso anno con i bambini; il calcio mi ha salvato la vita e anche nei momenti difficili c’è sempre stato. Ora, con 5 risultati positivi consecutivi alle spalle, il Ferentino Calcio guarda fiducioso al futuro. Questo periodo di successi ha dimostrato che con impegno, determinazione e spirito di squadra, nulla è impossibile. La squadra è pronta a continuare ad impegnarsi per raggiungere i propri obiettivi”.
Eccellenza Lazio | Ferentino, Lista e Papoccia si presentano